Equipe di Psicologhe a Vimercate

Equipe Psicologica a Merate (LC), Vimercate (MB), Ronco Briantino (MB) e Trezzo (MI)

– AREE DI INTERVENTO –

ANSIA

In certi momenti o situazioni, tutti possono sentirsi preda dell’ANSIA. L’ansia si manifesta come preoccupazione e insicurezza ed è accompagnata da sensazioni fisiche spiacevoli come aritmie cardiache, tensione muscolare, sudorazione e irrequietezza.

Al contrario di quanto comunemente pensato, l’ansia è un’emozione del tutto normale e molto utile, perché prepara e attiva il corpo in situazioni che possono rappresentare un pericolo per noi.

Quando l’ansia è troppo alta, persistente e limitante, diventa un “problema”. In questi casi si può parlare di Disturbi d’Ansia.

Gli interventi di Psicoeducazione per la cura dell’ansia, partendo dal presupposto che la conoscenza sia la base su cui realizzare un cambiamento, hanno lo scopo di promuovere nel soggetto una maggiore consapevolezza del suo disagio, fornendogli informazioni sulla natura dell’ansia, sulle sue cause e sui possibili trattamenti.

BURNOUT

Il burnout è generalmente definito come una sindrome di esaurimento emotivo, di depersonalizzazione e derealizzazione personale, che può manifestarsi in tutte quelle professioni con implicazioni relazionali molto accentuate (possiamo considerarlo come un tipo di stress lavorativo).

L’approccio efficace è un intervento che possa favorire una maggiore comprensione/consapevolezza del problema, aiutare a comprendere le relazioni esistenti tra il comportamento personale, il proprio vissuto ed il contesto di vita e lavorativo, modificare il proprio comportamento e i propri atteggiamenti.

DEPRESSIONE

I disturbi depressivi sono caratterizzati da tristezza tanto grave o persistente da interferire con il funzionamento della persona nella propria quotidianità. Frequentemente è presente un calo di interesse e piacere nelle attività della propria vita.

Il termine depressione viene usato per riferirsi a uno qualsiasi dei diversi disturbi depressivi.

Tuttavia non esiste solo la depressione in quanto patologia, a volte capita a tutti di sentirsi “giù di morale” o tristi senza capirne la causa, spesso basta questo a farci dire “sono depresso”.

Lo spazio del colloquio psicologico diventa così un momento di accoglienza, di ascolto, di incontro: un’opportunità per intraprendere il cammino verso il proprio benessere.

DIFFICOLTà NELLA COPPIA

I rapporti all’interno di una coppia nel tempo possono cambiare, peggiorare e portare a una crisi.

Le cause possono essere diverse: il lavoro, i figli (la gestione dei figli o la mancanza di figli), difficoltà di comunicazione, difficoltà nella sfera sessuale possono minare il benessere familiare e il rapporto di coppia. La consulenza o terapia di coppia di coppia per i due partner significa acquisire consapevolezza, evolversi e comunicare.

Lo scopo ultimo non è quello di riconciliare la coppia né di dividerla: tutto dipenderà dall’evoluzione della coppia stessa e degli individui che la formano. In alcuni casi, inoltre, uno o entrambi i membri della coppia possono seguire un percorso terapeutico individuale.

ATTACCHI DI PANICO

L’attacco di panico è un episodio acuto d’ansia caratterizzato da tensione emotiva e terrore intollerabile che interferisce con la capacità di organizzare il pensiero e l’azione. Sensazioni tipiche sono il timore di morire o di impazzire, il vissuto di soffocamento, imprigionamento, la paura di perdere il controllo.

All’attacco di panico possono associarsi fenomeni di depersonalizzazione (senso di estraneità a se stessi) e derealizzazione (vissuto dell’ambiente come irreale).

Come molti sintomi psicopatologici, gli attacchi di panico “dicono qualcosa al paziente”, richiamano l’attenzione. La crisi di cui si fanno portavoce può venire esplorata e divenire un momento di evoluzione, crescita e cambiamento importante in ambito familiare, relazionale, lavorativo, di progetto di vita.

Lo spazio del colloquio diviene allora il contesto privilegiato in cui poter vedere, con l’altro, quanto accade e affrontare “nodi” importanti della propria vita.

CRISI ESISTENZIALI

La crisi esistenziale è uno stato che compare qualora vengano messi in discussione i principali aspetti dell’esistenza di un individuo, quali per esempio il lavoro, lo studio, la famiglia, gli affetti, le relazioni sociali, progetti ed obiettivi, fino al senso stesso della propria vita.

Possono esserci momenti tipici di insorgenza delle crisi in relazione alla fase esistenziale: crisi adolescenziale, crisi dei 30-40-50 anni, crisi della maturità, crisi da pensionamento.

Ogni fase critica richiede un diverso tipo di intervento mirato alla ridefinizione del proprio disegno esistenziale e al rinnovamento di obiettivi e progetti.

DIFFICOLTà ADOLESCENZIALI

Gli adolescenti si trovano a vivere una fase molto intensa della loro vita: il passaggio dall’essere un bambino al diventare adulto. Ogni ragazzo e ragazza si trova di fronte a continui cambiamenti: cambia il loro corpo, cambia la loro personalità, cambia il loro modo di approcciarsi all’altro. Non sono più bambini, ma allo stesso tempo non si riconoscono ancora come adulti. È una fase di messa in discussione e ricerca di risposte alla loro domanda: chi sono?

Le difficoltà che un ragazzo o una ragazza si trovano a dover affrontare in questa particolare fase della vita possono sfociare in stati di sofferenza, paura e disorientamento. Loro vorrebbero solo smettere di stare male, trovare un po’ di equilibrio ed essere capiti.

È normale sentirsi confusi, fragili, incapaci e impotenti. Soprattutto per un ragazzo immerso nel suo percorso di crescita verso l’età adulta. È lecito stare male e sentirsi bloccati.

Con il nostro intervento aiutiamo ragazze e ragazzi a individuare il problema da affrontare e li accompagniamo in un percorso per trovare la strada verso l’età adulta attraverso l’accoglienza, l’ascolto e il supporto.

DIFFICOLTà FAMILIARI

Ci sono momenti della vita all’interno di una famiglia particolarmente difficili, come l’ingresso in pre-adolescenza o adolescenza di un figlio, le possibili difficoltà scolastiche di un figlio, il cambio di lavoro di uno dei partner, la malattia o la perdita di un genitore…. in questi momenti si rompono degli equilibri e sembra che niente possa più essere come prima, tanto da non sentire più, talvolta, la casa e la famiglia come il posto sicuro a cui far sempre ritorno, ma un luogo di conflitti e pesantezza.

Attraverso i colloqui familiari, i partecipanti vengono aiutati, all’interno di un contesto protetto e mediato dalla presenza del professionista, a fare un pensiero sulle modalità relazionali, oltre che a mettere in parola il proprio disagio, al fine di una maggiore comprensione reciproca e della risoluzione del conflitto.

DIFFICOLTà DI APPRENDIMENTO

Quando si parla di difficoltà di apprendimento si pensa generalmente ai disturbi di apprendimento che portano ad una diagnosi di DSA (Dislessia, Disortografia, Disgrafia, Discalculia).

Accanto a queste ci sono altre difficoltà apparentemente meno “gravi” o che non si riescono a classificare così chiaramente. Qualsiasi siano, le difficoltà portano il bambino o il ragazzo a perdere fiducia in se stesso e nelle proprie capacità.

Il metodo Brain Gymâ/Kinesiologia educativa può aiutare i più giovani nel contesto scolastico sia dal punto di vista della prestazione sia nella gestione dell’emotività legata ai risultati, in particolar modo in presenza di difficoltà nell’apprendimento.

DISTURBI PSICOSOMATICI

Mal di stomaco, mal di pancia, mal di testa, dolori muscolari, malesseri fisici che non trovano giustificazioni mediche… sono situazioni che allarmano e lasciano la persona in uno stato di sofferenza fisica ma allo stesso tempo psicologica perché non si riesce a capire, a dare un senso al proprio malessere e a gestirlo.

I disturbi psicosomatici spesso risultano particolarmente invalidanti al punto da privare la persona della possibilità di affrontare con serenità la propria quotidianità come l’uscire di casa, il portare a termine il proprio lavoro, il fare delle gite, il pranzare fuori casa…

Solo dopo molti accertamenti medici le persone tendono a rivolgersi ad uno psicologo, un po’ come ultima spiaggia dopo aver tentato molte altre soluzioni. Solitamente sono molto sofferenti e raccontano tutto il loro iter medico: si sentono impotenti e demoralizzate.

In un percorso psicologico il primo passaggio è quello di contestualizzare il sintomo, cercando di comprenderlo e di non farsi sopraffare da esso, riacquisendone in qualche maniera il controllo. L’aspetto organico di natura medica non va in alcun modo messo in secondo piano, tuttavia dal punto di vista psicologico è importante riconoscere la rilevanza che i disturbi psicosomatici hanno nelle dinamiche relazionali e come l’aspetto psicologico possa avere un peso nella loro insorgenza, nel loro mantenimento, nella loro esacerbazione e/o nella loro remissione.

In queste situazioni, così come forse in tutte le condizioni mediche, la sola componente biologica spesso infatti non è in grado di spiegare nella sua totalità il decorso della patologia.

Quando incontriamo persone che manifestano una sofferenza organica è quindi necessario prestare attenzione da un lato alla storia ed al vissuto della persona e della sua malattia, dall’altro al contesto relazionale e familiare della persona.

EVENTI TRAUMATICI

L’evento traumatico è un evento stressante al quale l’individuo non può sottrarsi e che supera la sua capacità di resistenza. Accanto ai traumi con la “T” maiuscola, ovvero eventi che conducono alla morte o minacciano l’integrità fisica propria o delle persone care (incidenti, gravi lesioni, violenze, lutti, catastrofi naturali), esistono traumi con la “t” minuscola, che riguardano eventi relazionali e non minacciano direttamente l’integrità fisica. Rientrano in tale categoria le esperienze dolorose vissute all’interno della relazione con l’altro, caratterizzate spesso da sentimenti di colpa, vergogna e impotenza. Tale tipologia di traumi, talvolta sottovalutata in quanto solo apparentemente meno invalidante, porta invece con sé numerose conseguenze sulla salute psicologica degli individui e l’impatto di tali eventi è particolarmente forte in età evolutiva con conseguenze anche in età adulta.

FOBIE

Le fobie sono una particolare manifestazione ansiosa caratterizzata da intense paure immotivate e incontrollate che spesso incidono notevolmente sulla nostra vita.

Le fobie ci impediscono di compiere le attività della vita quotidiana. Come muri invalicabili si frappongono fra noi e il raggiungimento anche dei più semplici obiettivi.

Dare un esame, parlare in pubblico, stare all’aperto o al chiuso, ritrovarsi in prossimità di un animale generico o specifico sono solo alcune delle tante situazioni in cui possiamo sentire forte l’insorgere di una fobia.

Effetti delle fobie sulle nostre vite

L’effetto principale generato da una fobia è quello dell’evitare situazioni e contesti che potrebbero generare l’intensa sensazione di vulnerabilità ed estremo pericolo suscitata dalla fobia stessa.

Ciò che succede è che in presenza di una fobia specifica si tenda ad evitare tutte le situazioni in cui potremmo trovarci nuovamente in contatto con le nostre paure. Quest’attitudine ha un effetto particolarmente deleterio sulla nostra vita quotidiana, portandoci alle volte ad evitare le più semplici attività. Andare a scuola, al lavoro, stare in relazione con gli altri, scendere al supermercato per fare la spesa possono diventare tutte situazioni percepite come pericolose. In questi casi la paura di essere di nuovo sopraffatti dalla fobia diventa tale da farci stare sempre in uno stato di allerta e da impedirci di svolgere le normali attività di tutti i giorni.

Fobie e ansia anticipatoria

A volte la preoccupazione di ritrovarci di nuovo nella situazione temuta diviene più dannosa della situazione stessa. La paura che si genera in questi casi può essere devastante, portandoci a chiuderci e a limitare sempre più i contatti con l’esterno.

In questi casi si parla di ansia anticipatoria. Nonostante non si stia verificando l’evento temuto, la preoccupazione che esso possa comunque capitare è così forte da portarci in

MOBBING

Per mobbing si intende una sistematica persecuzione esercitata sul posto di lavoro da colleghi o superiori nei confronti di un individuo, consistente per lo più in piccoli atti quotidiani di emarginazione sociale, violenza psicologica o sabotaggio professionale, ma che può spingersi fino all’aggressione fisica.

Il Mobbing, specie se protratto in maniera continuata e per lunghi periodi, può avere degli effetti gravi e negativi sull’equilibrio psicologico e relazionale della vittima.

Ogni persona reagisce agli eventi stressanti con modalità particolari che dipendono da molti fattori quali la tolleranza alla frustrazione, la percezione degli eventi stressanti, il “potere” auto-percepito di fronteggiare le cause dello stress (elemento particolarmente correlato all’autostima), eventuali situazioni psicopatologiche pregresse, temperamento, disponibilità di aiuto sociale, storia di vita e altri fattori.

Generalmente, la vittima di Mobbing può andare incontro al Disturbo dell’Adattamento (Lavorativo), un quadro psicopatologico (DSM IV) reattivo ad un evento stressante che manifesta prevalentemente con una sintomatologia ansioso-depressiva: possono presentarsi insonnia, incubi, pensieri intrusivi inerenti i comportamenti vessatori, ansia generalizzata, incapacità di rilassarsi, depressione o rabbia.

Nei casi più gravi la sintomatologia può aggravarsi fino a soddisfare i criteri del Disturbo Acuto da Stress o del Disturbo Post-Traumatico da Stress.

Ovviamente anche le persone vicine alla vittima possono manifestare disagio psicologico, preoccupazione o senso di impotenza.

È di fondamentale importanza seguire un percorso di sostegno psicologico per poter superare le problematiche psicologiche e fisiche connesse al mobbing.

PROBLEMATICHE AFFETTIVE

L’affettività è quell’attività psichica che definisce l’insieme di emozioni e sentimenti positivi e negativi in risposta al mondo che ci circonda.

L’affettività è una condizione necessaria per lo sviluppo dei rapporti affettivi intra e interpersonali.

L’affettività influenza la visione della vita quotidiana.

Le Problematiche dell’Affettività comprendono i Disturbi dell’umore e i Disturbi d’Ansia.

 

Con il termine Disturbo dell’Umore si designa la vasta classe di disturbi psicopatologici e sintomi che consistono in alterazioni o anomalie del tono dell’umore dell’individuo, che siano di entità tale da causare alla persona problemi o disfunzioni persistenti o ripetute oppure disagio marcato nonché disadattamento alle condizioni ambientali di vita con ripercussioni di varia entità nella vita inter-relazionale e/o lavorativa.

 

I Disturbi d’Ansia sono rappresentati da condizioni psichiche caratterizzate da una sensazione di intensa preoccupazione o paura relativa a uno stimolo ambientale specifico, associato a una mancata risposta di adattamento da parte dell’organismo in una determinata situazione, che si esprime sotto forma di stress per l’individuo stesso.

PROBLEMATICHE RELAZIONALI

Si tratta di difficoltà nelle relazioni che ognuno di noi ha con se stesso, con gli altri, con il mondo e che talvolta entrano in una sorta di cortocircuito difficile da gestire e che può bloccare o attivare in maniera eccessiva le reazioni della persona, fino a rischiare di degenerare nella patologia.

 

In termini concreti, possono presentarsi difficoltà in diversi ambiti:

  • lavoro
  • coppia
  • famiglia
  • ambito sociale
STRESS

Il termine stress significa “pressione” ed è stato introdotto nell’ambito psicologico prendendolo in prestito dalla metallurgia e dalla fisica, dove indica la pressione che viene applicata ad un metallo per metterne a prova le doti di resistenza sotto sforzo. Lo stress è una risposta psicofisica che la persona manifesta di fronte a stimoli considerati minacciosi. Selye individua tre fasi che compongono il processo stressogeno:

– fase di allarme: la persona segnala la presenza di una richiesta eccessiva e mobilita le risorse per affrontarla,

– fase di resistenza: la persona cerca di adattarsi allo stress,

– fase di esaurimento: la persona perde la propria capacità di adattarsi allo stress cronico e subisce un danno fisico e psicologico significativo.

Secondo Lazarus (1981) gli individui non sono semplicemente vittime dello stress, ma è il modo in cui valutano gli eventi stressanti e le loro risorse di fronteggiamento (risorse di coping) a determinare la natura dello stress individuale. Sono state individuate due tipi di strategie di risposta allo stress: strategie focalizzate sul problema attraverso le quali la persona intraprende azioni dirette alla risoluzione del problema e strategie focalizzate sull’emozione attraverso le quali la persona si sforza di ridurre ed eliminare le reazioni emotive negative. Lo stress è dunque il risultato di una relazione dinamica tra individuo e ambiente circostante, a causa di una loro influenza reciproca, e si può manifestare con sintomi emotivi (pianto, rabbia, tristezza, solitudine, ansia), cognitivi (perdita di memoria, difficoltà a prendere decisioni, difficoltà a pensare in modo lucido, preoccupazioni), comportamentali (evitare le situazioni stressanti, uso di alcol ed altre sostanze, difficoltà a portare a termine le attività) e fisici (tachicardia, sudorazione, dolore alla schiena, cefalea, dolori gastrointestinali).

 

PROBLEMI DI AUTOSTIMA

Fiducia nelle proprie capacità, consapevolezza del proprio valore, provare soddisfazione per se stessi. Stimare sé stessi nella vita di tutti i giorni e al lavoro, è il motore che ci permette di non mettere in discussione il nostro valore. Senza autostima non ci si può sentire in grado di assumersi responsabilità, di creare un rapporto costruttivo con gli altri, rispettando nel contempo le proprie emozioni e i propri bisogni.

 

Quando tutto questo viene a mancare, la persona si trova ad affrontare problemi di bassa autostima. Così i rapporti con gli altri si possono rovinare.

Le situazioni che quotidianamente ci si ritrova ad affrontare diventano pesanti. Le persone con bassa autostima sperimentano, infatti, una scarsa fiducia in se stessi e nel mondo. Hanno difficoltà nell’individuare obiettivi realistici e coerenti con le proprie aspirazioni e aspettative. Tendono a dipendere dagli altri nel definire il valore della persona e delle sue capacità. Ricercano continuamente il consenso degli altri. Dispongono di uno scarso spirito di iniziativa e di disponibilità a rischiare. Avere fiducia in se stessi significa credere fermamente di poter agire correttamente in una determinata situazione.

Rivolgersi ad uno psicologo per problemi di autostima, può rappresentare la soluzione migliore per riacquistare la fiducia persa.

RAPPORTO COL CIBO

Moltissimi sono gli aspetti psicologici dell’alimentazione. Consideriamo che psicologia significa “scienza che studia il comportamento umano”, e mangiare è un comportamento assiduo nella nostra vita.

Per questo non é possibile modificare un comportamento, senza uno specialista del comportamento umano, ossia uno psicologo, che ci supporti per ottenere cambiamenti concreti e duraturi.

La psicologia dell’alimentazione ci aiuta quando il rapporto col cibo diventa difficoltoso, conflittuale e fonte di preoccupazioni.

La Psicologia per dimagrire? Non solo, a volte vorremmo riuscire a mangiare meno o di più, ma non ci riusciamo, vorremmo la motivazione per seguire una dieta con costanza, ma non l’abbiamo, ci rifugiamo nel cibo per colmare i nostri vuoti e non riusciamo a dire di no.

Il supporto psicologico nella dieta, così come il supporto psicologico nell’alimentazione agisce nel meccanismo circolare che muove i nostri comportamenti. Proprio in queste dinamiche così articolate si inserisce la figura dello psicologo dell’alimentazione, come supporto per ristabilire un equilibrio fra noi e il cibo.

RAPPORTO COL PROPRIO CORPO

Il disturbo da dismorfismo corporeo (o dismorfofobia) è uno dei disturbi psichici più comuni dei pazienti che ricorrono ad interventi di chirurgia estetica.

Si manifesta con preoccupazioni eccessive per uno o più difetti fisici, imperfezioni che gli altri non osservano o valutano in modo lieve. Generalmente gli individui che ne sono affetti mettono in atto comportamenti ripetitivi (come guardarsi spesso allo specchio o curare eccessivamente il proprio aspetto) o azioni mentali (confrontando continuamente il proprio aspetto con quello degli altri). Molti soggetti affetti da dismorfofobia si preoccupano della propria insufficiente massa muscolare trascorrendo intere giornate in sala pesi e assumendo terapie per favorire l’aumento della muscolatura corporea.

SOSTEGNO ALLA GENITORIALITà

Il Sostegno alla Genitorialità è un intervento volto all’accompagnamento degli adulti che incontrano delle difficoltà nel loro ruolo genitoriale. I percorsi di sostegno alla genitorialità mirano a sciogliere e comprendere meglio la relazione con i propri figli.

I colloqui hanno la funzione di orientare e aiutare a ritrovare il senso all’agire educativo, attraverso il dialogo e il confronto con il professionista, il quale non calerà rimedi preconfezionati, ma attraverso le sue competenze saprà ascoltare ed analizzare la situazione presentata per accompagnare il genitore a ridisegnare il proprio cammino in modo autonomo.

Il percorso di sostegno alla genitorialità non è destinato solo a famiglie problematiche in situazioni particolarmente traumatiche, ma può essere un cammino utile a qualsiasi genitore per migliorare la relazione con i figli, le dinamiche familiari e la crescita di ogni membro della famiglia.

Le configurazioni nuove che la società offre (coppie di fatto, famiglie allargate, coppie mono genitoriali) ci propongono diverse ed ampie immagini non solo di sistemi familiari differenti, ma anche di modi nuovi di pensare al ruolo genitoriale.

Tali percorsi sono rivolti a coppie o a singoli genitori, ma possono ampliarsi a nuclei famigliari vulnerabili che necessitano di un sostegno e di un intervento rispetto al ritrovare il proprio ruolo come genitore.

SFERA SESSUALE

Nella nostra vita i legami affettivi e amorosi sono importanti. La sessualità è comunicazione, ricreazione, gioco, è vitale per il nostro benessere e non si può “giocare” all’interno di una situazione conflittuale, di dovere o di prestazione.

Quando è presente una disfunzione sessuale (deficit dell’erezione, eiaculazione precoce o ritardata, vaginismo, anorgasmia, dispareunia, disturbo del desiderio) la relazione può entrare in crisi. 

La consulenza sessuologica e la psicoterapia delle disfunzioni sessuali possono aiutare a promuovere il cambiamento e conquistare una buona e soddisfacente sessualità.

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